Nella cornice suggestiva e tranquilla del giardino di Villa Sirena, a Treglio, si svolgerà, dal 21 giugno al 20 luglio, il laboratorio di editing di Scribo “Taglia, cuci, riscrivi”, tenuto da Nicoletta Fazio.

Che cos’è l’editing? Qual è il ruolo dell’editor? Cosa fa di preciso? E voi di Scribo, come lavorate? A questa e ad altre domande risponderemo nel corso dei cinque appuntamenti in cui è articolato il corso.

Il laboratorio ha un taglio squisitamente pratico: si lavorerà sui romanzi inediti dei tre autori vincitori della prima edizione della selezione “(L)unatantum” (organizzata da Scribo) e su altri testi scelti dalla docente. Vi immergerete nei meccanismi della narrazione, esercitandovi nel macroediting e nel microediting. Lo scopo del laboratorio è quello di fornire agli iscritti conoscenze e competenze pratiche per saper affrontare la revisione di un testo, proprio o altrui.

Inviteremo (in presenza o on-line) sia gli autori dei testi oggetto d’esame sia altri nostri autori per parlare del tema del rapporto scrittore-editor.

Al termine del laboratorio verrà rilasciato un attestato di frequenza.

I posti sono limitati a un massimo di 10 iscritti. Il laboratorio si attiverà con un minimo di 3 iscritti.

RICAPITOLANDO…

DOVE: Villa Sirena, c.da San Giorgio, 86/A, Treglio

QUANDO:

mercoledì 21 giugno, dalle 19 alle 20.30

mercoledì 28 giugno, dalle 19 alle 20.30

mercoledì 5 luglio, dalle 19 alle 20.30

mercoledì 12 luglio, dalle 19 alle 20.30

giovedì 20 luglio, dalle 19 alle 20.30

A CHI E’ RIVOLTO: a chi scrive o a chi vorrebbe imparare cos’è l’editing e come si fa.

PREZZO LANCIO: € 80 (+ iva 4% + 2 euro marca da bollo): costo complessivo € 85,20

PROMOZIONE “PORTA UN AMICO”: se ti iscrivi al laboratorio con un amico, subito per voi € 15 cadauno di sconto (€ 65 anziché 80). Al costo vanno sempre sommate l’iva e la marca da bollo per la fattura.

 

PER ISCRIVERSI O OTTENERE MAGGIORI INFORMAZIONI: 

scriboservizieditoriali@gmail.com

349.2546145 (preferibilmente WhatsApp)

A seguito delle numerose richieste ricevute, proroghiamo di trenta giorni la scadenza della Selezione “(L)unatantum”. La nuova data entro cui inviare inderogabilmente i manoscritti è il 29 maggio 2023.

 

Di seguito è possibile scaricare il bando con il nuovo termine di scadenza:

Regolamento Selezione per romanzi inediti (L)UNATANTUM II edizione

Regolamento Selezione per romanzi inediti (L)UNATANTUM II edizione

 

Segnaliamo che il nostro bando è presente, consultabile e scaricabile dai seguenti link dei migliori siti di settore:

http://www.concorsiletterari.it/concorso,12307,Selezione%20per%20romanzi%20inediti%20%22(L)unatantum%22

https://www.concorsiletterari.net/bandi/ii-edizione-selezione-per-romanzi-inediti-lunatantum/

http://www.literary.it/premi/dati/scribo/lunatantum.html

https://www.concorsiletterari.info/index.php?page=item&id=264

https://premiarti.it/lunatantum-selezione-per-romanzi-inediti/

https://www.concorsinostop.it/selezione-lunatantum-2923

 

 

I risultati della quarta edizione del Premio Letterario Internazionale “Scribo” per racconti inediti saranno resi noti entro il mese di marzo. Ci scusiamo con i partecipanti, pregandoli di pazientare ancora un altro po’.

Dopo attento e accurato esame dei romanzi inediti pervenuti da tutta Italia, l’Agenzia Scribo ha finalmente decretato le opere vincitrici della prima edizione di (L)unatantum:
1° classificato: “Assenze” di CARLO OSTALLO – San Mauro Torinese;
2° classificato: “La maschera e la notte” di MAURO URSINO – Bologna;
3° classificato: “Quattro stagioni e oltre” di PAOLO MICHELINI – Trento.
Il primo classificato vince l’editing professionale del romanzo, a cura dell’agenzia Scribo; inoltre, il testo sarà oggetto di studio e di esame da parte degli iscritti al laboratorio sull’editing, organizzato da Scribo, e l’autore sarà invitato in uno degli appuntamenti a un incontro-confronto con i corsisti. Infine, dopo la revisione, il romanzo sarà proposto ad alcune case editrici per un’eventuale pubblicazione. Scribo redigerà anche la prefazione (o, a scelta dell’autore, la postfazione, la bandella o la quarta di copertina) dell’opera.
Il secondo e il terzo classificato vincono un editing professionale “leggero” del romanzo, consistente in una scheda esplicativa critica che li aiuti a migliorare il testo e nella correzione di bozze dell’opera; un omaggio e un buono sconto sui servizi di Scribo. Anche questi due romanzi potranno essere oggetto di studio per i corsisti del laboratorio di editing.
Complimenti ai vincitori, ma anche a tutti i partecipanti e ai finalisti per la passione e l’impegno nella scrittura e per la fiducia che ci hanno accordato.
Appuntamento alla seconda edizione di (L)unatantum!

Per permettere una più ampia partecipazione, abbiamo posticipato la data di avvio del laboratorio fantasy “Draghi, stregoni, incantesimi e altre magiche quisquilie”, rivolto a giovani narratori dai 10 ai 12 anni: il corso partirà giovedì 2 marzo, dalle 16 alle 17.30, e si terrà sempre presso Villa Sirena, a Treglio.

Sono valide le iscrizioni già pervenute.

Chi si iscriverà entro il 10 febbraio avrà diritto a uno sconto (65 euro anziché 80).

Per informazioni e iscrizioni: http://www.agenziascribo.it/corsi

Natali bianchi

 

Da piccola indovinavo il periodo dell’anno in cui si sarebbe celebrato il Natale, perché la neve avvezza ai nascondimenti costruiva mura più alte.

Nessuno poteva convincermi del contrario. Ne avevo le prove.

 

Sui campi e sulle strade;

silenziosa e lieve,

volteggiando la neve

cade.

Danza la falda bianca

nell’ampio ciel scherzosa

poi sul terren si posa

stanca.

In mille immote forme

sui tetti e sui camini,

sui cippi e sui giardini,

dorme.

Tutto d’intorno è pace;

chiuso in oblio profondo

indifferente il mondo

tace.

 

“Cade la neve” è una delle poesie delle elementari che ricordo a memoria.

Sono nata in una notte bianca del dicembre del ’43, in un paese che ha orizzonti nel  mare Adriatico e nei monti della Maiella e del Gran Sasso, l’uno madre dell’altro, pietrificati per una mancata salvezza.

Tra le grida assordanti di un pianto mi torcevo come un’anguilla accanto al ventre di mia madre. Forse è per questo che non ho mai voluto assaggiarne una. Mi quietai insieme alla tramontana e, come tutti, cedetti alla vita senza rendermene conto.

Era una delle notti della Seconda guerra mondiale, un peccato mortale venduto dai tedeschi per trenta denari.

Negli anni a venire, la mia famiglia mi addomesticò all’essenziale e ad un tempo bastevole alle risposte brevi. Era necessario realizzare il presente. Starci dentro in ampiezza, fino ai limiti della sopravvivenza. Il problema più urgente aveva lo scopo di evitare altri lutti.

Il tempo pensato in lungo era riservato al Natale con il vino fermentato nelle botti, l’olio nuovo negli otri, la farina nelle madie, l’uva, i fichi e i melograni essiccati nelle soffitte. I miei erano contadini dal carattere compassionevole, come molti nostri parenti e vicini di casa. La compassione fa trasalire gli animi dinanzi alla propria sofferenza e a quella degli altri. Ci si aiutava a vicenda per la più semplice delle ragioni: nessuno doveva essere lasciato solo nella miseria. Ci sentivamo persi e frastornati nella condizione di un immenso non sapere. Ogni vita resa insignificante dalla guerra doveva tornare ad essere indispensabile.

Bisognava ritrovare l’innocenza di ciò che era giusto, buono, affidabile, casa.

La fede si rivelò la scelta migliore. Impalpabile nelle preghiere e nei salmi, tangibile nelle tradizioni come quella della Squilla, celebrata il giorno prima della Vigilia di Natale. Un cammino che si rinnova da quattrocento anni, muovendo dal centro del paese fino alla chiesa dell’Iconicella, come deciso dall’allora arcivescovo di Lanciano Paolo Tasso, in ricordo del percorso di Giuseppe e Maria verso Betlemme. Il suono della campana della torre civica ha inizio alle 18.00. Dopo un’ora risuonano quelle di tutte le altre chiese per condividere i primi auguri di buone feste. Da bambina li scambiavo a casa di mio nonno, un contadino dall’insolito portamento regale. Accoglieva figli e nipoti in cucina, scendendo da una scala ripida che portava alle camere da letto. Preannunciava il suo arrivo con passi lenti, calzati da scarpe scure.

Ai padri bisognava garantirne almeno un paio. Erano in cima alla lista delle priorità. Non averle impediva loro di uscire per assicurare il cibo a tutta la famiglia.

In fila dal più grande al più piccolo, mi inchinavo a baciargli la mano con il palmo rivolto verso il basso, in segno di rispetto e devozione. Mi sembrava così grande da riempire quasi l’intera stanza, specialmente quando cavava da una delle tasche della giacca le tanto attese 1000 lire che stringevo al petto, tondo di mandarini e fichi secchi. Dopo sposata il nonno alzò la posta fino a 5000 lire.

Le feste natalizie si trascorrevano da lui tra adempimenti ed emozioni che non cambiavano forma, rinnovando una tradizione senza ombra di dubbi.

I preparativi per la cena della Vigilia iniziavano la mattina presto. Sguardi risaputi di meraviglia aprivano la scena sulle nove pietanze servite a tavola, ciascuna a simbolo di ogni mese di gestazione. Se ne potevano preparare anche più di nove ma non una di meno nell’attesa della mezzanotte, quando ci si guardava con il cuore incapace di pensare.

Imbandita la tavola, i bambini dai sei ai dieci anni riponevano sotto i piatti di nonni e genitori lettere di ringraziamento per l’anno appena trascorso e di buon augurio per quello in arrivo.

Una tovaglia ricamata faceva da palco alle speranze. Nessun imprevisto avrebbe potuto interrompere la sequenza di un’abbondanza inghiottita con sublime piacere. Fedelini al tonno davano inizio alla cena. In ricordo dei defunti, la prima porzione veniva servita da mio nonno al “tecchio”, un grosso pezzo di legno posto a sfondo del focolare.

A seguire, in ordine sparso andavano in scena:

cappuccia con sarde e peperoni fritti;

lumache in tegami di coccio;

listelle di finocchi crudi;

baccalà comprato in centro, proposto in due varianti: arrosto o con sughetto di pomodorini e cipolla;

brodetto di pesce da moltiplicare miracolosamente all’occorrenza.

A chiudere, trionfo di dolci con crespelle fritte, taralli con uvata, calcionetti con ceci, frutta secca e mandarini.

Il tutto accompagnato spesso da un vino cotto dalla vita breve e dallo spirito liquido più del necessario.

Terminata la cena ci si recava nella casa accanto, dove un patriarca con baffetti e occhi di stelle leggeva preghiere in latino da un libriccino nero. Nell’incanto di una quieta ignoranza, si restava immobili in quella strana realtà partecipata. Il Bambinello veniva adagiato con cura su un piccolo altare stuccato di bianco, dimora di crocifissi e statuette di Santi trasferiti temporaneamente altrove. Il Patriarca aveva inciso sui mantelli in terracotta di ciascuno una falce e un martello, convinto che Cristo fosse un socialista.

Ci si congedava in preghiera sull’uscio della porta di una casa vicina, lasciata accostata tutta la notte. Da lì intravedevo il camino acceso e la tavola imbandita con formaggio, noci e fichi secchi, per confortare la Sacra Famiglia dalla fame e dal freddo.

Il giorno di Natale le donne della mia famiglia assistevano alla prima messa, per curare in tempo i preparativi per il pranzo. Sotto lo sguardo vigile di mia nonna paterna una gallina cuoceva nel brodo di pallottine cacio e uova, cardone e tagliolini fatti in casa. Poco dopo la si scomodava per servirla come seconda portata, omaggiandola con peperoni arrosto e vino bianco.

Panettoni e torroni erano lussi concessi ogni anno dall’unico zio emigrato in una città del nord.

Una poesia dedicata a Gesù bambino da un autore ignoto concludeva il tutto. Veniva recitata dalla zia di mio padre, che la ricordò a memoria fino al suo centesimo anno di età:

 

Quanda si ‘bbelle

dentr’ a sa grotte

mi simbre ’na stella rilucente

mezz’ a lu ciele de la mezzanotte.

Appena s’ ho sapute ca si ‘nnate

je pure me so fatte ‘na scappate

e mò che s’ho menute

chi ti ja dà?

Cumbitte, gianduje, pasticcine.

Ma tu nin ti li dinte,

nin li pù ciaccà.

Je sacce ch’è menute le Re ‘Mmage

dall’Uriente, da nu Paese

luntane luntane

e quanda cose ‘bbille t’hanne purtate:

ore, incense e mirre,

pe’ regalarle a Te,

povere Bambinelle!

Uh, non ti li fasce!

Tè, ecchete stu fazzulette, ammandete!

Abbenedice tutte quiste

che me stanne attorne!

E, quande la vita me’

addà finì,

purteme ‘mbracce a Signurì!

 

Irene Giancristofaro

 

Irene Giancristofaro    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mercoledì 14 e domenica 18 dicembre, dalle 17 alle 19, a Villa Sirena (Treglio), appuntamento irrinunciabile per chi desidera immergersi nel calore dell’atmosfera natalizia. Scribo propone l’incontro/laboratorio “Il piccolo Dickens. Il tuo racconto di Natale”, articolato in due pomeriggi di due ore l’uno e rivolto a tutti, dai 10 anni in su, a chi abbia voglia di ritrovare la magia del Natale attraverso le parole di scrittori di ogni tempo, più o meno celebri, e scrivere un racconto ispirato al periodo più suggestivo e ricco di significati dell’anno.

Come si articoleranno i due incontri?

Mercoledì prenderemo spunto dalla lettura ad alta voce (a cura dei folletti di Scribo!) di qualche racconto sul Natale per individuare gli ingredienti essenziali che compongono una storia, divertendoci a inventarne qualcuna insieme e iniziando a creare ognuno la trama del proprio racconto;

Domenica finiremo di scrivere i racconti e ciascun partecipante, se vorrà, potrà leggere il proprio ad alta voce al gruppo. I racconti saranno poi pubblicati  a turno sul sito e sulla pagina facebook di Scribo (ovviamente col nome dell’autore!). Gli auguri finali e un simpatico regalino a tutti i partecipanti concluderanno il pomeriggio.

Costo complessivo: euro 30,00 (20,00 per chi è iscritto al altri corsi di Scribo).

Per iscriversi basta scaricare e compilare i moduli sottostanti (in word e in pdf, per adulti o per ragazzi):

Modulo di iscrizione per minori WORD

Modulo di iscrizione per minori PDF

Modulo di iscrizione per adulti WORD

Modulo di iscrizione per adulti PDF

 

Li abbiamo pensati e ripensati per voi, che siete sempre in cerca di stimoli nuovi, divertenti, di guizzi che illuminino la mente e di emozioni profonde. Perché non se ne può più della superficialità e dell’omologazione. I nostri corsi e laboratori in partenza da novembre, tutti diversi tra loro, hanno in comune l’attenzione verso la persona e il desiderio di far emergere, pur in un contesto collettivo, le caratteristiche e le peculiarità del singolo individuo. Stare bene, divertirsi, confrontarsi sono le parole chiave che animano la nostra attività e che sono alla base di una scrittura che parta dal sorriso, dal coinvolgimento emotivo, dalla spontaneità.

Tre i corsi/laboratori targati Scribo in partenza da novembre:

“Saper scrivere”, per ragazzi dai 13 ai 17 anni, dal 23 novembre 2022 fino ad aprile 2023;

“Scrivi, medita, ama”: laboratorio di sblocco emotivo per una scrittura senza limiti, rivolto agli adulti: quattro appuntamenti mensili, dal 27 novembre 2022;

“Draghi, stregoni, incantesimi e altre magiche quisquilie”: laboratorio alato sul fantasy, per ragazzi dai 10 ai 12 anni, dal 19 gennaio 2023.

I laboratori si terranno tutti in presenza, a Treglio (CH), presso Villa Sirena.

Per visionare il programma dettagliato di ciascun singolo corso: http://www.agenziascribo.it/corsi

L’agenzia Scribo, per accrescere la propria offerta formativa e potenziare i corsi e i laboratori (in presenza e on-line) in partenza nel 2023, RICERCA PROFESSIONISTI dotati di solide conoscenze umanistico-letterarie, capacità comunicative e relazionali e spiccate competenze nell’ambito della scrittura e dell’editoria. Costituirà titolo preferenziale la comprovata esperienza come docenti di scrittura creativa per ragazzi e/o adulti.

Necessario il possesso della partita iva.

Inviare curriculum professionale a: scriboservizieditoriali@gmail.com.