Quale momento migliore del periodo autunnale e dell’inverno per immergersi nell’atmosfera intrigante, seducente e diabolica del mistero e del crimine? Avvolti e guidati dal fascino magnetico della penombra, lasciatevi tentare dal bando di “Scribo in giallo”, dedicato esclusivamente agli autori e agli appassionati del genere giallo, thriller, noir e poliziesco.

Attenzione, però: i racconti devono includere una realistica o fantomatica Villa Sirena… Siete ancora qua? Correte a leggere il bando!

I primi tre premi sono in denaro. I vincitori saranno invitati a Villa Sirena in una puntata speciale sul genere giallo.

Scadenza invio elaborati: 16 marzo 2020.

Di seguito il bando integrale e la scheda di adesione in pdf:

BANDO SCRIBO IN GIALLO

Recensione al romanzo di Giovanni Capurso, “Il sentiero dei figli orfani” (Alter Ego Edizioni), apparsa sul quotidiano “La Città” di Teramo il 19 luglio 2019.

Sul filo di una memoria vivida, che si affaccia sull’estate del 1990, in un piccolo paesino della Lucania, San Fele, Giovanni Capurso restituisce uno spaccato intenso e nostalgico di una società agricola e di un piccolo mondo esiodeo, sospeso nel tempo: “A San Fele il ritmo ciclico della natura resisteva a ogni cambiamento: in molti ancora si svegliavano al canto del gallo e finivano il lavoro al crepuscolo. Questo suo essere fuori dalla storia e dagli eventi, più che una maledizione, dalla gente schiva del posto veniva considerata una virtù”. Il paese, adagiato “come una farfalla su un fiore”, insegna ai suoi abitanti il valore della lentezza, dell’operosità, del silenzio. Il pudore dei sentimenti, l’inviolabilità della natura. Anche Savino, il più piccolo della famiglia “Trentadue”, come sono soprannominati in paese i Chieco, respira l’atmosfera semplice e laboriosa di casa sua, conosce la felicità nelle corse a perdifiato con il suo migliore amico l’Anguilla (uno dei tanti riferimenti dell’autore a Cesare Pavese, presente anche nell’esergo iniziale) e nei “piccoli riti” delle loro “liturgie bucoliche”, in mezzo a una natura intatta e selvaggia, che è tutto il suo mondo. Un mondo i cui confini gli vanno già stretti e che non gli basterà più dopo aver conosciuto Adamo, il misterioso forestiero che viene dal nord Italia, bravo a realizzare barche in miniatura, e Miriam, la ragazza per la quale prova i suoi primi turbamenti amorosi. Agli occhi di Savino, che brama di raggiungere il mare, che non ha mai visto, entrambi rappresentano una rivelazione, un segno di evasione, di libertà. Il punto focale della narrazione ruota attorno alla perdita, alla mancanza, come la parola “orfani” nel titolo suggerisce. Ogni personaggio reca con sé una ferita, un’assenza. Anche la terra è lacerata dal distacco di chi è andato via. Per Savino la scomparsa della nonna costituisce il suo primo incontro con la morte, la prima, dolorosa occasione di riflessione e di crescita interiore. Lo sguardo del ragazzo, “principiante della vita” ma già sensibile e attento lettore della realtà, incomincia a cogliere in profondità le sfumature e il senso dell’esistere: “Quella notte fece salire in superficie cose che fino a quel momento mi sembravano scontate, o che forse non avevo mai capito davvero; per esempio quanto mia nonna, donna di fede e discreta, si fosse sempre fatta amare da tutti, senza mai lamentarsi di niente, perché guardava ogni evento come il segno tangibile della volontà divina”.

A ben vedere, l’intera narrazione si snoda, sulla scia delle indagini a cui la filosofia e la letteratura greca ci hanno abituato, come una ricerca della identità dell’uomo (il famoso γνῶθι σεαυτόν del tempio di Apollo a Delfi) dalla quale non può prescindere una riflessione sulla religione, sul Divino e sul senso dell’esistenza. Ogni personaggio interpreta e vive a modo proprio la relazione con l’Assoluto, anche se nessuno nella storia è mai completamente distante da un sentimento panico di Infinito, per cui “tutti noi apparteniamo a questa grande divinità di cui siamo una microscopica parte”. “Quando Dio parla” sostiene Adamo “fa mormorare un fiume, scuote le fronde di un albero, irrompe con la sua eco in un canneto, fa battere le ali di un uccello, e con il vento si struscia su un covone di grano. Tutto si muove in sincronia quando Dio spezza il fragore del silenzio”. Immagini di grande poesia, indissolubilmente legate a quella natura che rende San Fele un paesaggio paradisiaco e mitico, come mitica è quell’estate da adolescente di Savino (quale lettore, del resto, non ne ha almeno una conservata nel suo cuore?).

La luce, grande protagonista del romanzo, a seconda dell’intensità dilata e contrae pensieri, ore ed emozioni e contribuisce a delineare un’atmosfera spesso rarefatta, indistinta, onirica, che contrasta con il realismo della narrazione. Avviene così che, di tanto in tanto, si aprano nel dettato degli squarci suggestivi, che sfuggono alla logica corrente per collocarsi in una dimensione altra, quella del sogno, del magico, dell’intuizione, delle percezioni extrasensoriali. Il tempo sospeso e ancestrale di San Fele, ad esempio, soggetto al divenire e all’eterno ritorno “degli eventi naturali e dei riti collettivi”, viene misurato da Savino “in foglie che si facevano spazio sui rami o vorticavano nell’aria e ancora dai nove rintocchi delle campane che annunciavano il mattutino e dai ventuno tre ore prima del tramonto”. Tornano le antiche leggende, e con esse, nella sera, riappaiono al ragazzo gli spiriti che, da piccolo, gli pareva “si nascondessero tra gli anfratti del borgo”; e, infine, una misteriosa eco di infinite e indefinite risonanze proviene dai suoni della natura: “Mi disse cose del tipo che bisogna affezionarsi agli alberi, distinguerne le voci quando il vento ne scarmiglia i rami e le foglie… La loro voce cambia e ti avvisa – se hai imparato a capirla – che la tempesta sta arrivando o che le nuvole cederanno al sereno. La voce degli alberi vive nel vento come quella di ogni altro elemento della campagna…”.

Nicoletta Fazio

 

Giovanni Capurso

Domani, domenica 20 ottobre, dalle ore 13 alle 14, nella sala Liguria del Palazzo Ducale di Genova, sarà presentato per la prima volta il romanzo “Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio” del professor Remo Rapino, edito dalla casa editrice romana minimum fax.

L’evento è inserito nell’ambito del Book Pride 2019, terza edizione della Fiera Nazionale dell’Editoria Indipendente, aperta dal 18 al 20 ottobre. L’ingresso è gratuito. Oltre all’autore, sarà presente il noto scrittore Fabio Stassi, vincitore di importanti concorsi in ambito nazionale (tra questi il Premio Campiello nel 2013) e responsabile della narrativa italiana per la minimum fax.

Il nuovo romanzo di Remo Rapino si inscrive all’interno di quel filone, prediletto dall’autore nelle ultime prove in prosa, che vede come protagonisti personaggi esclusi ed emarginati, considerati eccentrici quando non addirittura folli. Il “cocciamatte” Liborio, così lo definisce l’autore, fa parte a pieno titolo di questa schiera, e la sua storia, già abbozzata nella silloge di racconti Vite di sguincio (Carabba, 2017), è quella di un irregolare, di un “diverso”, brulicante di rese e di riscatti, e intrisa di profonda umanità.

Non è solo un piacere e un onore per noi di Scribo essere state coinvolte in questa nuova avventura letteraria di Remo Rapino, ma è un’emozione grande, perché siamo state sue alunne sui banchi del liceo classico e lì abbiamo iniziato ad amare la sua scrittura e ad aprire gli occhi (letteralmente) sulla poesia, sul pensiero, sulla filosofia e, in generale, sul senso della vita.

Complimenti, quindi, all’autore e… ad maiora!

 

LO SCRITTORE E POETA REMO RAPINO (foto tratta dal sito della libreria D’Ovidio)

 

L’AUTORE: https://www.minimumfax.com/autore/remo-rapino-2735

https://www.minimumfax.com/blog/magazine-1/post/un-educazione-letteraria-i-tre-libri-di-remo-rapino-1435

 

 

RASSEGNA STAMPA ABRUZZESE DELLA PRESENTAZIONE A GENOVA:

http://www.abruzzoquotidiano.it/2019/10/18/a-genova-la-presentazione-dellultimo-libro-di-remo-rapino/?fbclid=IwAR3aSBHtPmTVCqEe5qccsegY4zNqy04Ofo8eKH7byfeCVc1JWadOI2BQ7O0

https://www.abruzzonews.eu/remo-rapino-presenta-genova-vita-morte-miracoli-bonfiglio-liborio-574991.html?fbclid=IwAR13qT-9uznm90iw4zCndbbcNwxPYvzd_9f8ny9zjxGDO1eOB-ZjzuZbDnM

http://www.videocitta.news/2019/10/18/lanciano-il-nuovo-libro-di-remo-rapino-verra-presentato-alla-fiera-nazionale-delleditoria-indipendente-a-genova/?fbclid=IwAR2c1-VUEVtiIJimfWhf3G2nEVszdb83A29MlAgHlTiFVWnfZcmxsn26epc

http://www.allnewsabruzzo.it/articolo.asp?id=51546

La Città Quotidiano, 20 ottobre 2019 – Remo Rapino al Festival dell’Editoria Indipendente di Genova